martedì 26 gennaio 2016

Cinquecento firme di giuristi contro il ddl sulle unioni civili. Pretesto per danni e mortificazione a donne e bambini.

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Cinquecento firme di giuristi contro il ddl sulle unioni civili. 
- Sovrapposizione Famiglia e Unioni Civili - deviante la formazione del bambino - legittimazione utero in affitto.
Col pretesto di ampliare il novero dei “diritti”, in realtà l’approvazione del ddl moltiplicherebbe mortificazione e danni, anzitutto alle donne e ai bambini.

Il Centro studi Livatino ha inviato oggi al Presidente del Senato Dott. Pietro Grasso e a ciascun singolo Senatore l’appello dei giuristi da esso promosso contro il ddl c.d. delle unioni civili. La sottoscrizione è ancora aperta, ma alle 8 di stamane le firme sfioravano quota 500 (precisamente 487). A seguire la lettera mandata e in allegato l’appello con tutte le adesioni.

Ill.mo Senatore, il Centro studi Livatino ha promosso un appello di giuristi – magistrati, avvocati, docenti universitari di materie giuridiche, notai di differenti fori d’Italia – per esprimere preoccupazione e critiche al disegno di legge c.d. sulle unioni civili, primo firmatario il prof. Mauro Ronco. Fino a oggi sono pervenute quasi 500 sottoscrizioni. Fra coloro che hanno firmatoci sono quelle di presidenti o vicepresidenti emeriti della Corte Costituzionale come Riccardo Chieppa, Paolo Maria Napolitano, Paolo Maddalena e Fernando Santosuosso; di docenti universitari che hanno fatto la storia dell’Accademia in Italia, come Ferrando Mantovani, Pierangelo Catalano, Ivo Caraccioli, Carlo Emanuele Gallo, di costituzionalisti come Luca Antonini , Mario Esposito e Felice Ancora, di civilisti come Paolo Papanti Pelletier; di magistrati della Corte di Cassazione, come Mario Cicala, Giacomo Rocchi e Giuseppe Marra; di magistrati ordinari con competenza specifica nel settore dei minori come Simonetta Matone, sost. procuratore gen. a Roma e M. Cristina Rizzo, procuratore della Rep. per i minorenni a Lecce, o da poco andati in congedo con immutato prestigio, come Alda Maria Vanoni, già presidente di sez. civile al Tribunale di Milano e Renato Samek Lodovici, già presidente di Corte di assise a Milano, o già componenti del Consiglio Superiore della Magistratura come Antonello Racanelli, Fabio Massimo Gallo e Francesco Mario Agnoli; di magistrati di altre giurisdizioni, come Claudio Zucchelli, presidente di sez. del Consiglio di Stato, e di Salvatore Sfrecola, presidente di sez. della Corte dei Conti; di avvocati con incarichi rappresentativi del mondo forense, come Carlo Testa e Carlo Ioppoli, pres. nazione. dell’Associazione Avvocati familiaristi; di notai provenienti dall’intero territorio nazionale.
Il numero e l’autorevolezza delle sottoscrizioni, delle quali si allega con l’elenco completo (aggiornato alle ore 8 di oggi), conferisce peso maggiore alle critiche al ddl, e fa auspicare un supplemento di riflessione da parte del Senato della Repubblica. Fra le perplessità sollevate: a) la sovrapposizione, contenuta nel ddl, del regime matrimoniale a quello delle unioni civili, la cui sostanza fa parlare a pieno titolo di “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, b) il danno per il bambino derivante dall’adozione same sex, con la eliminazione di una delle figure di genitore e la duplicazione dell’altra, c) la circostanza che si giungerebbe direttamente alla legittimazione dell’utero in affitto. Col pretesto di ampliare il novero dei “diritti”, in realtà l’approvazione del ddl moltiplicherebbe mortificazione e danni, anzitutto alle donne e ai bambini. Per questo, in conclusione, l’appello auspica un impegno del Legislatore e delle istituzioni per un rilancio effettivo della famiglia e perché non si proceda oltre nell’approvazione di leggi, come il ddl Cirinnà, ingiuste e incostituzionali.
Il Centro studi Livatino
www.centrostudilivatino.it o info@centrostudilivatino.it


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